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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera Dottoressa,

è da cira un anno che faccio psicoterapia per risolvere alcuni miei problemi di ansia/depressione legati ad un'insicurezza interiore. Ho acquisito un grande consapevolezza del problema, ma purtroppo nell'ambito del lavoro continuo a cercare l'approvazione dell'altro annulando completamente la mia persona: 7 mesi fa ho cambiato lavoro e non riesco a instaurare un buon rapporto con il mio capo; lui è molto lunatico mi offende davanti ai miei colleghi in modo poco professionale e io subisco in silenzio per paura di affrontare lui e soprattutto il suo giudizio e quello dei miei colleghi. Ogni mattina mi riprometto di affrontarlo, ma ogni scusa è buona per non farlo, in alcuni casi lo giustifico anche. Secondo Lei l'ipnosi potrebbe darmi quella spinta in più, che ancora la psicoterapia non è riuscita a darmi, per far emergere e far prevalere il rispetto della mia dignità sulle mie paure? La ringrazio in anticipo.

Cordiali Saluti

Risposta del Dott.Zambello: Oggi è una giornata un po' particolare, il signore di prima mi ha chiamato Dott. Zimbelli, lei Dottoressa. E' evidente che con la mia facciona, barbone, vi do un po' fastidio e voi "mi cambiate".E' un vostro diritto, però, forse, proprio in questo lapsus ci potrebbe essere una spiegazione al suo disagio: lei ha un cattivo rapporto con le figure "paterne". Il suo capo, forse, è proprio una di quelle. Che centra l'ipnosi, bisogna che lei lavori su questo e, altro.
L'ipnosi, vista in questo contesto è una scappatoia, non serve.


Aggiunto: Marzo 17, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Egregio dottor Zimbelli,
Le riscrivo, sono disperato.
Il mio analista ha posto la fine dell'analisi tra meno di un anno, e io non sono pronto per vivermi la sofferenza del distacco, tanto più che vengo da una storia d'amore infelice.
Inoltre in questo periodo il mio analista mi ripete, a mo' di conclusione, i miei problemi principali, non risolti: blocco alla fase orale, incapacità di prendermi cura del rapporto e quindi di me stesso.
Ho 26 anni, non riesco a pensare di vivere senza essere capace di amare e lavorare.
Se non fossi così legato al terapeuta, dopo le ultime volte in cui mi ha minacciato di chiudere l'analisi e mi spingeva a interromperla, mi rivolgerei a qualcun altro; inoltre ho anche timore, andandomene, di accettare la condanna a vivere senza amare e a essere depresso.
Ho desideri omosessuali, ma il mondo omosessuale non soddisfa le mie esigenze: trovare un ragazzo che voglia avere una storia stabile è quasi impossibile_come mi confermano la mia esperienza e quella dei mie amici. Non voglio essere omosessuale.
Attraverso un'ennesima fase di depressione, non esco, non lavoro, non studio, non faccio sesso. Il fatto è che non voglio riprendere a vivere, se vivere significa soffrire, non poter raggiungere gli obiettivi minimi per una vita felice: lavorare e amare, le due capacità che fanno di una persona un individuo sano, come sostiene Freud.
Il mio terapeuta? Ho ragione di credere che sia ormai stanco delle mie continue crisi e attacchi, e che non abbia voglia di aiutarmi ancora, che non creda nelle mie capacità o nella possibilità di crescita. Stare con lui ancora un anno? Non so se ci riesco, dato che penso ogni giorno che dovremo lasciarci e la sua reazione-cacciarmi, dimostrarsi demotivato, scettico- mi fa stare tremendamente male. Si possono, d'altronde, in un anno superare i miei blocchi?
Non voglio lasciarmi andare: ho bisogno di lottare, crescere, vivere, amare, essere felice.
Grazie. Le chiedo scusa

Risposta del Dott.Zambello: Esagerato! "O mi amerai per sempre o ti lascio subito!"
Un anno di terapia è un tempo lunghissimo dove lei avrà tutte le possibilità di elaborare quanto già conosce. E' verosimile che il suo terapeuta non sia proprio stanco di lei, perché dovrebbe esserlo? Semplicemente non è né un buon padre, né un amico, né un compagno, né l'amante è solo il terapeuta e, mi sembra che lo faccia bene.
Si è vero quello che dice di Freud a proposito della salute mentale ma tenga conto che lui stesso riteneva che "crescere" significa saper affrontare un periodo di depressione: la depressione che nasce dalla frustrazione delle fantasie onnipotenti infantili. A me piace quello che dice Umberto Galimberti sulla salute. Lui dice che essa,la salute, per l'uomo, non è solo un equilibrio psicofisico ma la capacità di decifrare significati del mondo che ci circonda. Capisce che questo il concetto di salute da riferimenti organici o psicologici a un qualcosa di molto più complesso, culturale.
In fondo non era già scritto nel Vangelo che bisogna saper leggere i Segni dei Tempi.Luca 12,54-59.


Aggiunto: Marzo 17, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


buona sera dott.sono teresa, vorrei cancellare nella mia memoria il padre di mia figlia..cosa devo fare??dove posso andare?grazie!

Risposta del Dott.Zambello: da nessuna parte.Primo perché è il padre di sua figlia e sua figlia ha il diritto di avere un padre, secondo, perché le cose non si "cancellano" si elaborano. Deve trovare un modo per rapportarsi con quest'uomo senza soffrire. La terapia cognitivo-comportamentale è una delle risposte.


Aggiunto: Marzo 17, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Caro Dott. Zambello

Crede che una persona incapace di autocontrollarsi in una lite per cose di poco conto possa essere aiutato attraverso una psicoterapia o psicanalisi?
A volte ho paura che possa farmi del male.

Anna

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Anna,
credo che un problema di rabbia agita nasconda un problema di personalità anche importante. Certo, una psicoterapia dinamica potrebbe aiutare ma, deve assolutamente avere consapevolezza che c'è un problema e che vuole, lui/lei, risolverlo.


Aggiunto: Marzo 16, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Dottore ho un problema divento rossa in viso in ogni occasione, prima la cosa era più lieve adesso invece è peggiorata vivo con l'ansia di diventare rossa, è una cosa grave? cosa posso fare per migliorare la situazione? Grazie

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Mary

credo sia evidente anche a lei che il sintomo svela, forse, una bassa autostima. E' su questo punto che lei dovrebbe lavorare. Nella mia esperienza ho visto che se non ci sono grossi problemi di personalità, una terapia Cognitivo-comportamentale anche breve, porta a dei buoni risultati.


Aggiunto: Marzo 16, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottor renzo zambello. Sono andrea quello della domanda 1073 per ricordarle.
Ho praticato per un breve periodo una terapia psicodinamica per risolvere la mia problematica ma devo dire che la psicoterapia mi ha fatto riemergere dei ricordi della mia vita non belli però io non so se sono frutto della mia pura immaginazione o sono veramente accaduti. Non sono belli da dire perchè si tratta di abusi verbali e sessuali subiti da bambino da mio padre(sessuali e verbali) e da mio zio (verbali). Questo mi ha spinto a fermare la psicoterapia perchè ad ogni incontro piangevo ma non davanti alla psicoterapeuta ma dopo. Ovviamente per la mia vergogna non ho raccontato degli abusi sessuali e verbali subiti. In alcune sue risposte lei dice che l'orientamento sessuale è irreversibile. Io penso di no. Io in questi pochi incontri che ho effettuato con lo psicoterapeuta, che devo dire che è stato bravo perchè in pochi incontri mi ha fatto emergere il problema, è che io in effetti cerco l affetto di mio padre. Il fatto che guardo gli altri maschietti e li trovo belli e con caratteristiche che io non ho, è, e lo posso io affermare con certezza, per colmare l'affetto mancante di mio padre. Però si è vero che quando guardo un uomo palestrato mi eccito però in me, io non voglio quegli uomini, voglio l'affetto di mio padre e posso affermare, sempre con certezza, che anche se avessi relazioni sentimentali e sessuali con quei maschi, non sarei contento, perchè cerco mio padre. La mia mente sostituisce gli altri maschi a mio padre. Questo lo dimostra anche il fatto che quando vedo un padre che abbraccia il figlio per strada io lo invidio. Ancora oggi mio padre mi insulta verbalmente, tant'è che i rapporti in casa sono al minimo indispensabile. Ormai ho capito che con lui il rapporto è irrecuperabile perchè sono proprio io che lo odio e in lui io non vedo un modello da seguire. Da un lato non mi sento uomo, dall'altro non mi sento gay, anche se con le donne si le guardo però in me non scatta l eccitazione perchè mi sento un uomo mancante. Io mi sento un bambino che guarda il mondo dei grandi dall' esterno e che cerca nei maschi un modello di riferimento e se vedo i palestrati mi eccito. D'altronde anche i bambini sono da bambini attirati dalle figure maschili forti e muscolose.AD oggi vorrei fare quelle cose da maschi che non ho mai potuto fare da bambino perchè diciamo ch da bimo ero l'uomo che doveva badare la famiglia(cioè mamma e mia sorella contro mio padre) E questo me lo confermano anche i sogni che faccio: giocare a pallone con i miei coetanei, cosa che non ho mai fatto, oppure sognare di essere in vacanza con coetanei e divertirmi.Però sogno anche che quando faccio sesso con le donne ho paura e scappo perchè forse non sono pronto perchè sorgono sempre dubbi sul mio stato attuale e di non essere uomo.Tornando al frutto della discussione,una persona adulta mentalmente, ma sessualmente bambino, può crescere se in casa ha sempre il padre svalutante ed è obbligato a svolgere le cose da donna( badante marito di mamma e convivente di mia sorella)? Io mi freno con le donne non perchè non mi interessano ma perchè sessualmente mi blocco nel rapporto sessuale. Si supera in genere questi due problemi se proseguo la psicanalisi?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Andrea,
certo, la psicoterapia la può aiutare, la sta già aiutando ma, lei deve superare innanzitutto un fantasma: non tutti i padri sono "abusanti". Credo che la fuga dalla terapia avesse questa motivazione. Le interpretazioni del terapeuta "la invadevano" troppo.
Omosessualità, eterosessualità sono termini impropri
per la tematica che lei pone. il bambino non è ne omo né etero, è un bambino.
Affronti, se ce la fa, con fiducia questo rapporto e vedrà che è possibile avere rapporti senza provare vergogna ma valorizzando ognuno le proprie caratteristiche e potenzialità.


Aggiunto: Marzo 16, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Carissimo Dott.,buongiorno
sto leggendo con molto interesse il libro di Rosario Sorrentino "PANICO". Nel libro si dice che la cura degli attacchi di panico non va lasciata allo psicologo ma sarebbe molto meglio intraprendere un percorso con uno psichiatra che possa anche somministrare dei farmaci, indispensabili secondo lui per la guarigione. Lei cosa ne pensa? Io proprio in questi giorno ho deciso di andare da una psicologa per cercare di risolvere vecchie questioni passate che ancora oggi mi provocano disagi ma quindi forse non è la soluzione migliore?
ritiene che si possa guarire dagli attacchi di panico o ansia con l'aiuto di una psicologa?

Risposta del Dott.Zambello: Il Dott. Sorrentino si definisce é un Neurologo. Per lui la sofferenza psicologica ha, a suo parere un solo "inizio": la biologia.
Chiaramente io non lo credo. Credo che l'uomo sia psiche e biologia che l'una sia indistricabili dall'altro. Allora, posso prendermi cura con le medicine, con la parola, con l'una e con l'altra contemporaneamente ma devo pensare che sto "curando" sempre, il tutto.
I colleghi, siano questi psicologi o organicisti che si arrogano l'esclusiva della cura, o mentono, o non conoscono.


Aggiunto: Marzo 15, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


La sua risposta mi ha risollevata da mille pensieri... ma ancor le chiedo: l'effetto della terapia farmacologica per quanto tempo dura?? la neuropsichiatra sostiene che se non segue la cura farmacologica si ritroverà fra qualche anno con lo stesso problema ancora più enfatizzato... io, nella mia piccola ignoranza, sono a conoscenza che se il problema non è risolto alla radice tramite terapia psicologica tenderà a risorgere più facilmente... Grazie di cuore per le sue risposte!

Risposta del Dott.Zambello: La penso così anch'io,


Aggiunto: Marzo 14, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


io ho 40 anni,lui 63 ci amiamo,ma nel lato sessuale è un pò scarso come devo fare x rassicurarlo e far in modo che i nostri rapporti siano più soddisfacenti? mi scusi nell?e-mail precedente non l avevo nemmeno salutata egregio dottore. in attesa di risposta le porgo i miei saluti

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
non c'è bisogno che lei dica tante parole o faccia chi sa quali cose, basti che lei lo pensi veramente e vedrà che lui lo sentirà, lo capirà senza dubbi.


Aggiunto: Marzo 12, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno,
secondo lei è corretto alla prima seduta neuropsichiatrica prescrivere un farmaco per aumentare l'autostima?
la situazione è questa: dopo 2 anni circa di mal di stomaco (senza cause organiche) dovuto probabilmente a stress il mio ragazzo, quasi obbligato dalla madre e a mia insaputa, va da una neuropsichiatra e questa gli prescrive subito il farmaco sopra citato... in passato ho studiato e fatto un tirocinio in un reparto psichiatrico e sapevo che il farmaco restava l'ultima spiaggia dopo una psicoterapia non riuscita.. credo che un ragazzo di 27 anni dovrebbe prima provare a reagire senza farmaci o meglio psicofarmaci... lei cosa ne pensa?? grazie per l'attenzione! attendo il suo parere _memole_

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
io la penso come lei, faccio lo psicoanalista ma, il suo ragazzo è andato da uno psichiatra. Questo, usa nella stragrande maggioranza dei casi i farmaci. Certo, lei pensa, poteva proporgli una psicoterapia ma, la maggior parte degli psichiatri non la conosce, ci crede poco e soprattutto chi va da loro chiede una soluzione farmacologica.


Aggiunto: Marzo 12, 2011
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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