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Domanda allo psicoterapeuta:


chiedo cortesemente quanto segue: vorrei veramente dare "una svolta" alla ripetitività devastante della mia quotidianità!....un lavoro che non mi piace ma che necessariamente (sti benedetti soldi..) devo conservare, gli stessi ritmi, impegni......vorrei FARE VERAMENTE QUELLO CHE MI PIACE per una anno, due, tre..finche' la mia autonomia economica me lo permette....poi (e solo allora) mi porrò il problema su come sbracare il lunario......che ne pensa caro Dottore?......ho circa 80.000 euro di risparmi e quindi considerando di vivere con circa 20-25.000 euro all'anno....sono tentato.....e allo stesso tempo frenato di fare questa pazzia!!! (FORSE SAREBBE UN TOCCASANA PER LA MIA SALUTE)!!! Grazie per la cortese risposta!

Risposta del Dott.Zambello: Io penso che lei "giochi" a fantasticare, ma lo sa anche lei: sarebbe una follia. Vede il problema non è tanto nei soldi, se basteranno o no e se poi troverà o meno il lavoro che già mi sembrano valutazioni importanti ma, la via non può mai essere la fuga. Lei se la racconta bene buttando sulla monotonia del lavoro e le difficoltà quotidiane la causa del suo malessere. Non è così, forse, le difficoltà a trovare un senso un piacere alla vita non sono mai da imputarsi "all'esterno" ma dentro di sé. La vuole una facile previsione? Non le costa nulla e la può anche buttare: se lei smette di lavorare, tempo tre mesi e cade in depressione. Lei mi sembra spiritoso, usi la sua fantasia per cercare veramente, dentro di sé e vedrà che forse in meno di tre anni trova veramente qualcosa che le piace.


Aggiunto: Marzo 11, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore, non so se la mia domanda le sia stata già posta in passato, ma avendo scoperto il suo gradevole spazio, approfitto della sua gentilezza e professionalità.
Il mio problema è di tipo sessuale, ebbene, sono sposato da 10 anni con un donna che conosco e frequento dai tempi della scuola, oggi abbiamo 38 anni.
Io sono stato il suo primo uomo, nonostante abbia avuto un paio di fidanzati prima di me, mentre io ho avuto una deludente esperienza sessuale prima di lei.
Non sono mai stato un buon amante con lei, difatti non abbiamo mai sperimentato posizioni o pratiche particolari. Io ho sempre rispettato mia moglie che non gradisce rapporti orali, praticarli e riceverli, ne sesso anale, anche l'intensità dei rapporti non è mai stata frequentissima, diciamo con una media di 1 volta al mese.
Siamo una coppia piacente e piacevole ed ultimamente sento di avere problemi di erezione, ovvero nonostante senta il piacere ed il desiderio di possederla, non riesco a raggiungere un'erezione che mi faccia proseguire nel mio intento.
Ultimamente, oltretutto, continuo a provare piacere, raggiungendo l'erezione, sognando mia moglie che faccia l'amore con altri uomini davanti a me e con il mio consenso.
Immagino l'altro uomo molto più deciso e pratico di me che riesca a farsi concedere da mia moglie tutte le pratiche a me negate.
Ho provato a parlare con mia moglie, ma non riesco a spiegarmi bene per vergogna.
Mi piacerebbe, se possibile, sapere se è normale il mio sogno ed eventualmente se sarebbe giusto attuarlo o se debba prendere dei rimedi alternativi.
La ringrazio buon lavoro

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Marco,
il tema della fedeltà o tradimento all’interno della coppia tocca problemi e tematiche enormi di ordine filosofico, morale, religioso, sociali e non ultime anche genetiche. Non ho il tempo, né lo spazio e tanto meno la capacità di inoltrarmi in questi temi. Cercherò quindi, consapevole di essere povero, di dare una risposta alla sua domanda fermandomi se pur impropriamente, me ne rendo conto, alla sua storia e alle sue fantasie.
Lei racconta che un uomo ed una donna ancora giovani ma non giovanissimi, si ritrovano dopo circa 10 anni di matrimonio a fare i conti con una sessualità di coppia ridotta al lumicino e un’ esperienza precedente il matrimonio, sia dell’uno che dell’altra quasi zero. Lei, Marco scrive che sente una chiara insoddisfazione per la situazione e si affacciano fantasie di rapporti a tre dove lei si ecciterebbe a guardare sua moglie che viene posseduta, “finalmente” da un altro nelle modalità che piacerebbero tanto a lei.
Se ho capito bene, se questo è quello che lei mi dice, credo che non bisogna essere psicoanalisti per vedere che dietro a queste fantasie si affaccia una debolezza del senso Sé ed anche una incertezza di identità, caratteristica degli adolescenti. Li, a quel tempo si è fermato la sua evoluzione affettiva sessuale, da li può ripartire per “crescere”. Come? Credo che una terapia ad indirizzo psicodinamico la potrebbe aiutare molto. Potrebbe essere utile una terapia di coppia, modificherebbe alcuni comportamenti un po’ “rinsecchiti” ma, non la aiuterebbe a capire alcune cose sue, più antiche e profonde.


Aggiunto: Marzo 9, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Caro Dott.Zambello, la ringrazio molto per il suo lavoro. credo sia di aiuto per molti. Però leggendola quasi tutti i giorni mi è venuta ieri una domanda, perchè quando ha risposto alla signora Liliana le a detto di andare dal Neurologo quando lei dice sempre di andare dal Psichiatra? Spero di essere stato chiaro. Grazie attendo una sua risposta. Mirko

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Mirko,
grazie e complimenti per la sua attenzione. Io mi sento rispetto a coloro che mi scrivono come uno Psicologo "di base", l'equivalente del "medico di base" per quanto riguarda la medicina. Forse non sempre ci riesco, ma cerco di capire quali sono le necessità di chi mi scrive considerando il più possibile, quando mi vengono fornite, tutte le variabili che ho a disposizione: età, sesso, situazione sociale e familiare, interessi personali, etc. La signora Liliana si è presentata come musicista. A me è sembrato di capire che l'aspetto professionale che passa molto attraverso la fisicità, fosse da considerare prevalente su quello mentale. Più ancora lo sarebbe ad esempio in uno sportivo. Ma anche per il musicista è importante, pensi ad esempio alle mani, il fatto che siano ferme, non ci siano tremori.
Certamente allora il Neurologo è lo specialista di prima scelta rispetto a queste valutazioni.
Sono però valutazioni puramente personali fatte su pochissimi elementi . Mi rendo conto di poter dire delle cavolate. Ho il vantaggio che il mio lavoro è puramente indicativo e chi mi legge poi, è libero di fare quello che vuole.


Aggiunto: Marzo 8, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile Dottore, sono una musicista e le scrivo per un problema che sta provocando molti ostacoli alla mia carriera concertistica: l'ansia da palcoscenico. Prima di esibirmi o di cominciare un esame in conservatorio,e anche durante l'esibizione, sento tremare le mani, le gambe, irrigidire tutti i muscoli compresi quelli facciali. E naturalmente la performance viene fortemente compromessa. Diciamo che ho il terrore di suonare in situazioni di formalità, invece quando suono davanti ad amici e parenti so che posso permettermi di sbagliare perchè non c'è quella formalità e quella richiesta di perfezione che invece si richiede a un esame o a un concerto. Su alcuni siti ho letto che molti musicisti e attori usano i beta-bloccanti ma il mio medico di base ha smentito il loro uso come ansiolitici dicendo che vengono usati solo dai cardiopatici e che comunque possono avere dei gravi effetti collaterali visto che abbassano la pressione e interferiscono sul cuore. Mi ha prescritto quindi Alprazolam ma prima di prenderlo vorrei essere sicura sulla sua efficacia soprattutto sui sintomi come tremori, le mani fredde e sudate e l'irrigidimento muscolare durante una performance. Non vorrei che mi stordisse e non risolvesse il problema visto che tra alcuni mesi avrò un esame importante che non posso permettermi vada male per colpa della mia ansia. In attesa di una sua gentile risposta la ringrazio e porgo Cordiali Saluti.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,

non è del tutto vero quello che le ha detto il suo medico curante. I beta-bloccanti sono tanti ed alcuni, gli ultimi sono particolarmente selettivi ed agiscono prevalentemente, mai del tutto, a livello cardiaco abbassando la pressione, la frequenza cardiaca ecc ma, i primi quale ad esempio il Propanololo non é per niente selettivo ed agisce anche sul sistema nervoso provocando una sensibile sedazione. Non a caso tra le indicazioni del Propanololo cè anche la cefalea a grappolo. L' Alprazolam è un ansiolitico. Comunque io non sono un farmacologo e mi sento di consigliarle, se proprio decidesse di affrontare la questione solo a livello farmacologico di andare da un Neurologo. A mio avviso, molto meglio farebbe ad integrare ad una terapia farmacologica un psicoterapia.


Aggiunto: Marzo 7, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve, mi chiamo Paola M. Ho avuto il suo nominativo da un amico che mi ha parlato molto bene di lei, purtroppo però abitando in provincia di Lucca, recarmi a milano diventerebbe troppo impegnativo.Le chiedo quindi se può indicarmi qualche bravo terapeuta che svolga attività se non proprio in provincia di lucca, quantomeno in toscana. La ringrazio infinitamente e mi scuso per "l'invadenza".
Cari saluti Paola M.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Paola,
le lescio alcuni nominativi di colleghi, psicoanalisti che lavorano in zona:

Albini Bravo Dot.ssa Camilla
Via Bartolomeo Sestini, 58 51100 - Pistoia

Dr, Bernardo Baratti
Via G. Duprè, 56 50131 - Firenze

D'Amico Maria dott.ssa Michelina
Via del Toro, 6 - livorno

Devescovi Dott. Pier Claudio
Via Bartolomeo Sestini, 58 51100 - Pistoia


Aggiunto: Marzo 7, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno, so che la letteratura psicoanalitica si è occupata del misticismo. Mi potrebbe consigliare un valido testo in merito?

La saluto,

Risposta del Dott.Zambello: Buongiorno a lei.
Sarò di parte ma credo che il più grande studioso di misticismo e psicologia fu proprio Jung. Egli chiamava il Sé il rappresentante psicologico dell'immagine di Dio. Interpretava il misticismo come un'apertura della coscienza alla manifestazione del Sé nel suo aspetto "numinoso". Il termine numinoso era stato coniato da Rudolf Otto, un teologo e storico delle religioni tedesco , il cui pensiero è alla base della filosofia e della psicologia della religione. Egli aveva fatto derivato “numinoso” dal latino "numen" che significa potenza divina.
Tra i numerosissimi libri sul tema le segnalo:
Jung: "Psicologia delle religioni".
Gardet –Lacombre: "L’esperienza del Sé. Studio di mistica comparata".


Aggiunto: Marzo 7, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


mi scusi, ma non comprendo il significato della frase " allontanarsi quanto prima da quelle fantasie mortifere "

Risposta del Dott.Zambello: Rimanere adesi, uniti fusi e confusi all'interno della famiglia, senza la voglia di staccarsi, crescere in maniera indipendente, adulta, come appunto le cellule degli batteri che si scambiano il loro genoma nell'effetto F da lei citato, non può che portare a fantasie di morte. L'aggressività che legge nei fratelli della sua iniziale domanda, è la aggressività di chi si sente soffocare, morire. C'è una sola via possibile: staccarsi dalla famiglia. Le dicevo, prendere il primo treno, andare più lontano possibile. Purtroppo molte volte questo è difficile, difficilissimo ma, è li, dove ci giochiamo la nostra vita, scegliendo di rimanere eterni bambini arrabbiati o, adulti che cercano la propria realizzazione. Mi creda, questo indipendentemente dall'intelligenza, titolo di studio, censo e tanto meno soldi. Ci sono dei contadini adulti e professoroni, cattedratici che sono ancora dei bambini che dentro, indipendentemente da dove sono, rimangono legati "alla loro mamma interna" magari odiandola e combattendola per tutta la vita. Chiaramente, l'allontanamento non è mai o solo un fatto fisico. Si può e ne conosco tanti, uscire di casa molto presto ma continuare a fare i conti con una "madre, famiglia fusionale" interna. Così come si può vivere, sotto lo stesso tetto ma, diventare adulti, staccati, indipendenti.

So di evocare tematiche molto complesse e difficili. Le mie piccole osservazioni non vogliono essere dei consigli e tato meno esaustive. E' un piccolissimo tentativo ad immaginare che forse le risposte stanno da altre parti da dove solitamente cerchiamo.


Aggiunto: Marzo 7, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


io ho sofferto di attacchi di panico e ansia per ben 20 anni,in questo tempo ho cercato inutilmente di risolvere il problema passando da uno psicologo all’altro,non sono mai guarita!!!!!per caso ho scoperto l’esistenza del professore Rosario Sorrentino il quale in un’anno con una cura farmacologica mi ha rimesso al mondo…adesso sia ansia che panico sono solo un brutto ricordo!!!!non penso che se gli attacchi di panico e l’ansia fossero solo dei disagi piuttosto che delle vere e proprie malattie nè sarei uscita grazie ai farmaci….

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Anna,
io sono contento per lei che ha risolto il suo problema ma, estendere un caso, il suo, se pur importante da un punto di vista personale a metodo è forviante e pericoloso.
Vede, si potrebbero portare centinaia di casi, con un percorso al contrario del suo ma, in ogni caso non si avrebbero delle risposte e si rischierebbe di arroccarci su qualcosa di ideologico che non serve a nessuno.
Mi rifaccio ai grandi studi statistici a partire da quella di Roth e Fonagy (1996), riporto letteralmente i risultati: “I dati hanno evidenziato inoltre che i trattamenti psicologici, rispetto a quelli farmacologici, provocano un miglioramento che, nel complesso, si mantiene nel tempo, mentre il trattamento farmacologico, se utilizzato da solo, produce un effetto terapeutico che generalmente diminuisce rapidamente dopo la sospensione e provoca facilmente delle ricadute”. Questa è anche la mia esperienza clinica e mi creda, sono lontanissimo da ogni ideologismo. A me interessa che il paziente stia bene, qualsiasi via lui scelga, se veramente le corrisponde, va bene.


Aggiunto: Marzo 7, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie per la risposta ,la domanda cosa si puo' fare oggi che sono adulti necessita di essere attenzionata.

Risposta del Dott.Zambello: Non si fa niente, non si può fare niente. Eventualmente ci si difende se le pretese degli "adulti-bambini" ci limitano. Saranno loro, se lo vorranno che chiederanno aiuto a chi glielo può dare ma, fuori dalla famiglia.


Aggiunto: Marzo 6, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Dott.Zambello buongiorno, le ho scritto altre volte e voglio parteciparle questo mio nuovo momento di vita. Abbiamo deciso, il mio compagno ed io di andare a convivere e stiamo cercando casa. I nostri ragazzi sono contenti. Stiamo insieme da un anno, ci amiamo, abbiamo rispetto reciproco e stiamo bene insieme. Sono molto felice per questa scelta e mi emoziona molto "fare famiglia" dopo 15 anni di vita a casa con mio figlio senza avere sperimentato altre convivenze dopo la separazione che portò al divorzio. Il mio ex marito i è risposato nel 2006 e ha una bambina di 5 anni dal nuovo matrimonio. Mio figlio frequenta il nucleo familiare e ha accettato ( anche se non subito) la nuova condizione perchè molto convulsa e imprvvisa ( quando si sono sposati lei era incinta e mio figlio ha saputo di casa nuova e del matrimonio, a 13 anni, solo 15 giorni prima.....) Sono passati anni, ma mio figlio in casa con me è abitato alla totale indipendenza e a libertà di movimento in una casa in cui è comunque il padrone di casa. Mio figlio e il mio compagno si stimano e i apprezzano. Si vogliono bene e ne vogliono molto a me.Io vado molto d'accordo con il figlio del m compagno.Vive Milano e torna abbastanza di frequente a casa.Anche i ragazzi si trovano tra di loro. Il cambiamento che riguarderà tutti e quattro è molto importante. C'è un profondo affetto tra di noi, ma al di là di molto entusiasmo e di ottimismo nel realizzare un nostro sogno di convivenza, sono in tensione per il senso di rsponsabilità nei confronti di mio figlio che vede ogni giorno il mio compagno a casa, ma non vive qui e nei confronti de figlio del mio fidanzato privo della mamma da 4 anni e da 2 lontano da casa per motivi di studio. Sapere che so padre vive una relazione intensa con una donna con cui vuole andare a vivere è altro da ritrovarsi tutti e 4 in uno spazio comune e nuovo. Ho un pò paura. E' una scelta meravigliosa e lui è l' uomo che veramente voglio accanto a me. Vorrei che andasse tutto bene. E' normale questa mia preoccupazione? Come posso affrontare la cosa insieme ai miei uomini con la maggiore serenità possibile? Siamo una bella squadra. Sarà naturale fare famiglia? Grazie.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Alda,
preoccuparsi o meglio valutare con buon senso ciò che facciamo tenendo conto degli altri, in particolare dei figli, è una cosa giusta. Poi, nessuno di noi può fermare il mare di emozioni che ci avvolgono e tanto meno la realtà. Voi siete una famiglia, nuova ma, una famiglia. E' questa la realtà. I figli anche se soffrono capiscono sempre ciò che e buono da quello che non lo è.


Aggiunto: Marzo 5, 2012
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